Berlinale 2021, giorno 2. Il rumeno Radu Jude e il porno come arma politica

Nel secondo giorno di questa anomala edizione della Berlinale arriva il nuovo, dirompente lavoro di Radu Jude, uno degli alfieri del nuovo cinema rumeno, già vincitore in passato dell’Orso d’argento per la regia nel 2015 con Aferim!. Ora, dopo la vittoria del primo premio a Karlovy Vary con I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians nel 2018, e la partecipazione alla Berlinale dello scorso anno con ben due titoli, inseriti nella sezione “Forum”, Jude torna in Concorso con Bad Luck Banging or Loony Porn che lo conferma come uno dei più originali e interessanti autori europei in circolazione. Il film prende spunto, secondo le dichiarazioni del regista, da una chiacchierata con alcuni amici durante la quale si parlava del licenziamento di alcune insegnanti, dovuto al loro comportamento nella vita privata e, in particolare, a causa di alcuni filmati amatoriali pornografici che le avevano viste protagoniste insieme ai loro partner. Tra l’altro, una storia del genere richiama subito alla mente dello spettatore italiano un recente episodio di cronaca nostrana che ha visto protagonista una giovane insegnante delle elementari, costretta alle dimissioni dalla Dirigente scolastica dopo che un video erotico girata dal suo ex compagno era finito nella chat dei genitori dell’istituto.

Ed è proprio una vicissitudine del genere a colpire la protagonista Emi, disinibita e intelligente insegnante di storia, il cui filmato finisce accidentalmente online provocando la riprovazione e la condanna morale dei genitori della scuola dove la donna insegna. Ne viene chiesto il licenziamento ma Emi non ha nessuna intenzione di arrendersi e accetterà un vero e proprio processo sommario nel quale rivendicare le sue ragioni e il rispetto della sua intimità. Partendo da questo squallido e increscioso episodio, Jude costruisce un irriverente e incendiario pamphlet in cui a essere messa sul banco degli imputati è l’ipocrisia imperante nella Romania post-socialista, incapace di trovare una propria identità culturale, chiusa nel suo perbenismo, profondamente ignorante e incapace di costruire rapporti umani che vadano oltre la reciproca ostilità.

Bad Luck Banging or Loony Porn inizia mostrando proprio la sequenza “incriminata”, un incipit esplicitamente pornografico, senza censure, con la coppia che si concede un momento di sesso hardcore e che diventa una vera e propria dichiarazione programmatica, con cui il regista si dichiara subito pronto a sfidare l’eventuale pudicizia e il moralismo dello spettatore. Il film consta, poi, di tre parti: nella prima, di taglio documentaristico, assistiamo al peregrinare della protagonista mentre svolge alcune commissioni quotidiane, in una Bucarest sporca, chiassosa, rumorosa e anonima, un vero e proprio pedinamento tra mercati affollati, farmacie e supermercati. Questo capitolo si chiude con la struggente e, questa sì, oscena immagine di un vecchio cinema (la cui antichità il regista sottolinea inquadrando le statue che spiccano nella parte centrale dell’edificio) che ora espone in vetrina il cartello “Affittasi”.

La seconda parte, assolutamente geniale, dal significativo titolo “Breve dizionario di aneddoti, segni e meraviglie”, mostra, senza soluzione di continuità, un laconico campionario di immagini in cui si alternano filmati d’epoca, fotografie, ritagli di giornale, scanditi da una serie di citazioni mutuate, tra gli altri, da opere di Walter Benjamin, Bertolt Brecht, Pierre Bourdieu, Emil Cioran, Umberto Eco, Virginia Woolf e Jean-Paul Sartre. Si tratta di una vera e propria enciclopedia del nostro tempo, e costituisce il modo scelto dal regista per porre innanzi allo spettatore un’analisi della Storia recente, un insieme di follia, fanatismo e oscenità, al cui confronto l’episodio del video pornografico appare in tutta la sua piccolezza e insignificanza. La domanda che risuona durante la visione di Bad Luck Banging or Loony Porn è: che cosa significa “osceno”, che cosa definisce questa parola, qual è il suo significato? Non sono forse più osceni il militarismo, il fascismo, il conformismo, il colonialismo che attraversano la storia umana da millenni? Oppure, mantenendosi in una sfera ridotta, familiare e quotidiana, non sono molto più osceni i continui atti di piccola violenza quotidiana, perpetrati nello svolgimento delle faccende ordinarie, rispetto a un atto estremamente intimo, compiuto da due adulti consenzienti nell’ambito della loro sfera privata?

Con grande intelligenza, Jude non teme di scomodare i massimi sistemi e di squadernare tutta la propria cultura per condurre la sua crociata contro il perbenismo borghese e la ristrettezza mentale dei suoi connazionali. Per fare ciò, egli sceglie la forma aperta e la mescolanza dei generi e dei toni mettendo insieme il documentario, lo sketch, la cultura popolare e, nella terza parte, la sitcom. In questo terzo capitolo, infatti, ciascuno dei genitori che arringa la sventurata insegnante sembra ubbidire a una tipologia umana, così da restituire tutta la vasta gamma di stereotipi che contraddistinguono il pensiero e l’agire della maggior parte delle persone. Pur senza arretrare di fronte a momenti di debordante comicità, volutamente sopra le righe, Jude confeziona con Bad Luck Banging or Loony Porn un altro gioiello cinematografico dove il porno, il genere apparentemente più basso e sottostimato, dietro il quale nascondere la propria falsa coscienza, si trasforma in una potente arma politica, un randello capace di fustigare l’arroganza e la presunta convinzione di sentirsi migliori.

Non sappiamo se  Bad Luck Banging or Loony Porn incontrerà il favore della composita Giuria che dovrà decretarne le sorti. L’opinione di chi scrive, tuttavia, è che sarebbe davvero un peccato se si perdesse l’occasione di premiare un’opera così libera e irriverente alla quale, in attesa di vedere il resto della selezione, va tutto il nostro sostegno.

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