Chiariamo subito un equivoco: Plas non è un fotografo. Questo distinguo apparentemente limitante non vuole rimarcare l’estraneità di Paolo Lastrucci alla categoria, ma serve a collocare il suo singolare lavoro in un ambito più idoneo di lettura. La fotografia, infatti, riguarda la visione della realtà, mentre i “dagherrotipi atipici” di Plas si muovono nel campo più inafferrabile della pre-visione o anche della post-visione, le sue immagini scarnificate, reticenti, sempre animate da una sottile ironia, sono lontane dall’offrire un punto di vista del reale, piuttosto vanno alla ricerca di uno stadio embrionale in cui le cose che ci circondano non hanno raggiunto ancora un assetto definitivo, oppure appaiono l’eco sopravvissuto a se stesso di un’esistenza passata. In entrambi i casi labili tracce, ipotesi, forme transitorie.
La lateralità di questa rappresentazione, a suo modo estrema e impietosa, è speculare agli aforismi dell’alter-ego Plastardo, sposando allo stesso modo nichilismo alla Cioran con uno humour irriverente che non risparmia neanche se stesso. Un’esplorazione, dicevamo, rivolta a terreni poco frequentati, sfuggenti allo sguardo, che per essere mappati necessitano il conio di una categoria nuova di operatore, ossia quella del “Fotografista”.
Audace e un po’ anacronistico come un alpinista d’antan, proiettato in avanti come un riluttante futurista suo malgrado, l’occhio del Fotografista va in giro a raccogliere pezzi di scarto del visibile, epifanie dimenticate, miracoli passati inosservati. Come se l’improbabilità dello scatto non fosse sufficiente, Plas tortura ulteriormente le immagini negandone oggettività e rigore, per andare alla ricerca di segreti nascosti e forme di inaspettato lirismo minimale con risultati sorprendenti. Basta accostarsi senza barriere filologiche a questa modalità di osservazione, per gustarne gli effetti.
I reagenti chimici della vecchia camera oscura di una volta sono diventati ricordi obsoleti. Gli acidi tutti intellettuali del laboratorio di Plas ne hanno preso il posto. Altrettanto corrosivi, necessari. In una parola, tonificanti.
Laura Sormani
In a corner (2016)
Nell’azzurro mare di agosto (2016)
Flutti (2017)
Il Nero muove e vince (2017)
Waiting for (2017)
maschio-femmina (2017)
Macchina celeste (2017)
Follow me (2017)
Tempo Zero (2016)
Electric dreams (2017)
Capitani coraggiosi (2016)
In-Sanità (2017)
Le pareti del cervello non hanno più finestre (2017)
Black star (2016)
Enjoy the silence (2017)
Il mio personale contributo alla radiografia contemporanea (2017)
Discanto (2016)
Fumaria (2016)
L’uomo ombra (2016)
Soliloquio (2017)
This is the hand (2016)
Sognando ottani (2015)
Al centro della Terra (2017)
Seo an latha (2016)
Sciuscià (2017)
Extra time (2015)
Pezzo duomo (2016)
Verticale (2016)
Ninna nanna (2017)
Teoria (2016)
Sottosopra (2016)
Distante (2016)
Più niente al mondo (2016)
Convesso (2017)
Mezze verità (2017)
Vacante (2016)
Oscuro (2016)
In my secret life (2017)
Error not found (2017)
Non è per essere pessimisti Mr. Trump ma siamo ai titoli di coda (2017)
Solaris (2017)
Lumina et umbrae (2016)
Negativo (2017)
Meccano (2016)
Spostamento (2017)
The wrong way (2016)
Non è che un sogno dentro un sogno (2017)
Mezzogiorno di sfoco (2017)
Offside (2016)
Saluti da Napoli (2017)
Tre (2016)
Questa vita sa di tappo (2017)
Gesù di Napoli (2017)
Distrazione (2017)
Angolo cavo (2014)
Asincrono (2016)
Skyfall (2016)
In equilibrio (2016)
Io vengo dalla Luna (2017)
Randomante (2017)
Attraverso (2017)
Vertigo (2015)
White eats everything (2016)
Nell’ombra (2016)
Tra la perduta gente (2017)
Focus on the future (2017)
Mind the gap (2016)
Labile indelebile (2017)
Mormorii (2017)
Scie chimiche (2017)
Manomissione (2018)
The penultimate man who fell to Earth (2016)
Spazio Tempo (2017)
Nebulosa (2016)
Mandaci una cartolina (2015)
Impronta (2017)
Amnesia (2018)
Transizione (2016)
En plein air (2017)
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto (2018)
L’ombra che mi segue (2018)
Visibile invisibile (2018)
Questo sono io (2017)
21 grammi (2018)
Perdersi (2017)
Le vite degli altri (2018)
Dove stiamo andando? (2018)
Una notte al museo (2018)
The last shot (2016)
All’ombra del Vesuvio (2018)
In the middle (2017)
Segnali dal presente (2018)
Spettro (2018)
Rotte alcoliche (2018)
Falsa partenza (2018)
Fermo immagine (2018)
Alone (2018)
Tempo dispari (2018)
Nel Blu. Troppo blu. (2018)
Self portrait (2016)
X (2018)
Underground (2018)
In superficie (2018)
French click (2018)
In stabile (2019)
No fly zone (2016)
Stretching (2018)
Illusione (2019)
Eclipse (2017)
Precipitando in un sondaggio elettorale (2019)
Là fuori (2019)
Passaggio sulla terra (2019)
Io sono nessuno (2019)
Deep blue (2019)
Nembi moderni (2019)
Luce (2019)
Trait d’union (2019)
Ex ternum (2019)
In your eyes (2019)
Riverbero (2019)
Linee di forza (2019)
Bianco e nero (2016)
The future in the hands (2019)
Call me (2019)
Che ne sai di me (2019)
Gravità (2019)
Lampi / nel poco tempo che ci resta (2019)
Tornerà un altro inverno (2016)
In my comfort zone (2019)
Al sole (2019)
Vitabreve (2019)
Sottrazione (2019)
Switch off (2020)
La messa è finita (2020)
Cronache terrestri (2020)
Campo visivo (2020)
So(g)no libero (2020)
Registrazioni_anno 1 dopo Covid (2020)
Interferenza 2011_2020
Am I blue? (2020)
Dimensione parallela (2020)
Ricordati che devi sognare (2021)
Il mondo di sotto (2021)
Meccaniche divine (2020)
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