Napoli, Sacra Neapolis i tesori del MANN in mostra al Museo LAPIS

“LAPIS” è l’acronimo di La Pietra Santa, il cui nome viene dalla Basilica, che è la più antica di Napoli. Ormai sconsacrata, da diversi anni a questa parte, essa è diventata luogo perfetto per ospitare mostre di vario genere. Mentre scriviamo, infatti, oltre a quella di cui vi raccontiamo in questo contributo, è in corso una Mostra sul pittore Marc Chagall. Iniziata lo scorso 22 dicembre, la Mostra “Sacra Neapolis – culti, miti e leggende” (che proseguirà fino al 15 settembre) presenta un suggestivo e affascinante viaggio nella storia della città partenopea, presentando monete, sculture di marmo e altri manufatti provenienti dal MANN (il Museo Archeologico Nazionale), un modo per entrare in contatto con miti e culti che definiscono l’identità di una comunità. Si tratta di un patrimonio religioso e leggendario di grande ricchezza e varietà che racconta come gli aspetti del sacro e della religiosità nella Neapolis greco-romana erano quanto mai numerosi, multiformi e sfaccettati.

Il percorso espositivo si svolge nella cripta della Basilica, dove è possibile vedere anche l’antico ossario, e si propone di riannodare la memoria storica cittadina e di recuperare segni e simboli del sacro nella città in epoca classica attraverso diverse classi di materiali, la maggior parte provenienti dai depositi dell’Archeologico, dalle monete in argento e bronzo con incisi volti femminili, alle iscrizioni, dalla scultura in marmo tra busti e teste di donna risalenti tra il III e il IV secolo, alle piccole riproduzioni in terracotta componenti la stipe votiva di Caponapoli, per finire alle statue di Iside (splendida e perfettamente conservata) e Nike, così da ricostruire e restituire qualche labile traccia di quel variegato orizzonte mitico e religioso che definisce l’identità stessa della città antica.

La guida ci ha raccontato, con minuzia di dettagli, la storia della fondazione della Basilica, lo stato di abbandono in cui era caduta in seguito ai bombardamenti statunitensi nel corso della seconda guerra mondiale (Napoli è stata una delle città più danneggiate dalle bombe dei cosiddetti Alleati), la ripresa avvenuta in epoca recente. Lapis Museum è infatti il risultato di un lungo progetto di riqualificazione del sito, iniziato con la riapertura della Basilica nel 2007, grazie all’operato del Monsignore Vincenzo De Gregorio, proseguito con attività e manifestazioni culturali organizzate dalla nuova gestione dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus per valorizzare anche la cripta, l’ipogeo e i cunicoli sottostanti. Oggi la Basilica della Pietrasanta è annoverata fra i siti Unesco della città di Napoli.

Abbiamo poi visitato un’altra sala dove sono esposte alcune stipe votive risalenti all’epoca della presenza dei greci per poi percorrere i 143 gradini che ci hanno portato nelle antiche cave di tufo giallo, luoghi che fungevano sia da rifugio antiaereo che da pozzi dove gli abitanti potevano attingere l’acqua. Non solo: a breve il percorso sotterraneo verrà finalmente aperto creando un corridoio di circa 5 km. che, partendo dal LAPIS, porterà i visitatori più allenati direttamente fino alla parte sotterranea del Museo Archeologico Nazionale.

D’altronde, il sottosuolo di Napoli è da sempre un luogo che conserva tesori straordinari: dal cimitero delle Fontanelle alla Galleria Borbonica, dalla Napoli Sotterranea (visitabile a pochi passi dal LAPIS) alle Catacombe di San Gennaro e a quelle di San Gaudioso. La discesa dalle sale del museo verso le cave di tufo ci ha inoltre permesso di ammirare la bellissima installazione “Ombra”, opera dei fratelli Scuotto (foto a lato), che mette insieme due diversi simboli dell’universo partenopeo: quello dell’uovo e quello di Pulcinella. Abbiamo così avuto modo di ricordare a noi stessi che non solo il territorio ma anche i simboli cittadini e mitologici sono oggetto di stratificazione: infatti, la celebre maschera napoletana della Commedia dell’arte, spogliata della sua essenza buffa, era in realtà una sorta di messaggero, forse di sesso femminile, che conduceva i defunti nell’aldilà mentre le celebri sirene, convenzionalmente ritratte come donne con la coda di pesce, erano invece esseri alati.

La Mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20, e il sabato e la domenica dalle 10 alle 21. INFO – BIGLIETTERIA: 081 192 30 565 – info@polopietrasanta.it

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