“Perfidia” di Robert Bresson: la belle dame sans merci

Risultati immagini per perfidia robert bressonSiamo negli anni di guerra, Robert Bresson non è ancora Robert Bresson, nel senso che non ha ancora trovato la sua strada, quel percorso che lo avrebbe portato, a partire dal film successivo, Diario di un curato di campagna, a rivoluzionare la storia del cinema, come i suoi connazionali della Nouvelle Vague alcuni anni dopo ma in maniera diversa da costoro. Anni di guerra, dunque, il che significa grandi difficoltà pratiche e ancora una via personale tutta da trovare. Per questo, come nell’esordio La conversa di Belfort, la necessità di appoggiarsi al lavoro di scrittura e riscrittura del testo che viene messo nelle mani di uno scrittore di professione. Ne La conversa c’era stato il lavoro del commediografo Jean Giraudoux, qui invece i dialoghi sono curati da Jean Cocteau, che attualizza al presente il testo settecentesco di partenza, l’episodio di Madame de Pommeraye e del marchese di Arcis contenuto in Jacques il Fatalista e il suo padrone, splendido antiromanzo di Denis Diderot.

Risultati immagini per perfidia robert bressonLes dames du Bois de Boulogne (questo il titolo originale: il film verrà proiettato giovedì 11 aprile alle 20,00 all’ex Asilo Filangieri di Napoli, in vico Maffei, 4) è in sostanza un revenge movie, la storia di Hélène che, per vendicarsi di Jean che non l’ama più, spinge l’uomo tra le braccia di Agnès, una giovane costretta a prostituirsi per mantenere la madre. La materia è quella di un melodramma popolare ma Bresson la trasforma in una tragedia complessa, riempiendo di forti connotazioni psicologiche i quattro personaggi principali. In alcuni momenti, il regista mette in campo un vero e proprio esercizio di stile che reca già, almeno in talune sequenze, alcuni lampi del suo ingegno futuro, come nella bellissima sequenza finale, che ovviamente non anticipiamo.

Risultati immagini per perfidia robert bressonIn particolare, il maestro francese tende a ripulire il materiale e a depurarlo degli scoppi più accesi attraverso un lavoro di sottrazione e purificazione, che sarà una delle cifre del suo cinema successivo, un’operazione che, secondo François Truffaut, grande ammiratore dell’opera, lo rende “meritevole di grandissimo rispetto”. Nel romanzo di partenza, la storia di Madame de Pommeraye era inserita nel contesto più ampio di un racconto disarticolato e narrativamente complesso, una sorta di digressione che conteneva, a sua volta, numerosi detour che permettevano al celebre illuminista francese di fare sfoggio del suo fertile e apparentemente illimitato gusto per l’affabulazione. In Perfidia, al contrario, l’episodio viene isolato, rinchiuso dentro una cornice rigida che lo slega da qualsivoglia riferimento o rimando. In Diderot l’azione veniva continuamente interrotta mentre Bresson serra le fila e procede con un ritmo drammatico incalzante e senza divagazioni.

Da segnalare, infine, la scelta degli attori: per l’ultima volta, Bresson lavorerà con attori professionisti, anziché con “facce” prese dalla strada. Nei ruoli di Jean e Hélène ci sono, infatti, rispettivamente Paul Bernard e Maria Casarès. Il primo era attivo fin dai tempi del muto e avrebbe in seguito lavorato, tra gli altri, con André Cayatte e Julien Duvivier, mentre la seconda fece parte del cast di Les enfants du Paradis (Gli amanti perduti) di Marcel Carné, uno dei grandi capolavori della storia del cinema.

©RIPRODUZIONE RISERVATA – Ne è consentita esclusivamente una riproduzione parziale con citazione della fonte, Milena Edizioni o www.rivistamilena.it

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!