Al Piccolo Teatro Porta Catena di Salerno, Ulderico Pesce omaggia Giovanni Passannante

“Esiste qualcosa di più insensato che innaffiare un cervello in una scatola di vetro, rimboccando il liquido quando il livello di formalina si abbassa? È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.”

Il 20 novembre, alle 19,30, al Piccolo Teatro Porta Catena di Salerno va in scena L’innaffiatore del cervello di Passannante, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Ulderico Pesce.

La pièce teatrale è dedicata alla figura di Giovanni Passannante, anarchico potentino vissuto a Napoli e a Salerno punito con la pena di morte poi commutata in ergastolo per aver ferito il re Umberto I, nel novembre del 1878, successivamente a quello che si sarebbe rivelato un atto dimostrativo più che un attentato vero e proprio. Rinchiuso per dieci anni nel carcere di massima sicurezza di Portoferraio, viene sottoposto a una perizia psichiatrica e trasferito presso il manicomio criminale di Montelupo fiorentino dove trova la morte nel 1910, all’età di 61 anni.

La morte non cessa di perseguitare la sua esistenza tormentata, perché il suo cranio e il suo cervello vengono sottoposti a delle analisi scientifiche per poi essere presso il museo criminologico di Roma nel 1936. Nel 2007 viene sepolto a Salvia, la sua località d’origine (divenuta Savoia di Lucania dopo l’Unità d’Italia). Nel gennaio 2012 la tomba di Passannante venne profanata da ignoti.

Al nome di un uomo che non ha trovato pace né in vita né dopo la morte, è stato girato e prodotto anche un film diretto da Sergio Colabona, con Fabio Troiano, Ulderico Pesce e Andrea Satta. A Giovanni Passannante sono stati dedicati anche libri, tra cui si segnala quello a cura di Lucia M. Laurenzana, dal titolo Attentato al re. Oltre la morte di Giovanni Passannante.

Quella dell’Innafiatore del cervello di Passannante “È una storia che inizia con una manciata di ideali “rivoluzionari” – la Repubblica, il diritto al voto, le scuole, i tribunali, gli ospedali per il Sud dell’Italia – e un coltellino di 4 dita, e finisce in un processo farsa, una sequela di torture, prevaricazione e violenze destinata a consumare la vita di Passannante trasformandolo – nel corso di un’interminabile ergastolo -in una larva umana. Un accanimento proseguito ben oltre la sua morte, con la decapitazione del cadavere e la pubblica esposizione del suo cervello, in ossequio alle teorie lombrosiane in voga all’epoca della sua condanna, che in base alle sue caratteristiche etniche e somatiche lo riconobbero “delinquente per nascita”. Niente più che un reperto storico. Grande dimostrazione di connubio fra teatro di narrazione e teatro civile, “L’innaffiatore del cervello di Passannante” ricostruisce la vicenda di Giovanni Passannante inserendola in una struttura narrativa che coinvolge lo spettatore, conducendolo ad immedesimarsi nel desiderio di giustizia che indigna e coinvolge progressivamente il protagonista.”

“Unico nella sua essenzialità, sia scenografica che narrativa, il singolo atto si compone nel racconto di un dramma attraverso lo stupore, la semplicità, l’ironia e il dialetto di un uomo qualunque il quale, ritrovatosi da un giorno all’altro a vestire i panni di carabiniere/custode/innaffiatore, non nasconde affatto i suoi sentimenti e le sue vive e vere emozioni nei confronti di Passannante e della sua tragedia, che già fecero da spunto, subito dopo l’arresto, ad un componimento del poeta Pascoli.”

Piccolo Teatro Porta Catena, Salerno

Via Portacatena 60

Per info e prenotazioni: 3348835089

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