‘La Tela’, all’ex Asilo Filangieri di Napoli un’opera d’arte collettiva per ricordare chi siamo

Coloro che conoscono la storia dell’ex Asilo Filangieri di Napoli sanno benissimo che cosa significhi il mese di marzo, appena trascorso, per “gli abitanti” – come essi amano definirsi – di questo luogo. Infatti nel 2012, proprio nel momento dell’anno che segna tradizionalmente l’arrivo della primavera, ebbe inizio l’attività di questa comunità costituita da lavoratori nel campo dell’arte, della musica e dello spettacolo. Bisogna rendere merito al coraggio e allo spirito d’iniziativa di tante donne e uomini se un convento del ‘500, di proprietà del Comune di Napoli, è stato “liberato, rifunzionalizzato e restituito alla città”. A legittimare, anche giuridicamente, l’operato di questi artisti è intervenuta una delibera comunale che ha riconosciuto l’Asilo come bene comune autogovernato da una comunità plurale ed eterogenea, piuttosto che assegnarlo a un soggetto determinato, a un’associazione o a un collettivo.

Per otto anni, cioè fino allo scoppio della pandemia, l’ex Asilo Filangieri è stato un luogo in cui si sono tenuti incontri, dibattiti, seminari, corsi, mostre, concerti, proiezioni, rigorosamente autofinanziati e autorganizzati, uno spazio attraversato da una miriade di esperienze e attività di ogni tipo cui hanno partecipato artisti e intellettuali provenienti da ogni parte del mondo. Il tutto si è svolto ubbidendo alla regola non scritta secondo la quale l’organizzazione degli spazi e la programmazione delle attività devono avvenire in maniera pubblica e orizzontale, attraverso l’assemblea di gestione e i tavoli di lavoro che tendono a favorire l’incontro, la condivisione e la sperimentazione (i dati dell’Asilo, aggiornati a ottobre 2016, restituiscono solo una parte delle numerose attività svoltesi all’interno delle sue mura. Si possono leggere al seguente link: http://www.exasilofilangieri.it/categoria/diamo-i-numeri/)

Da un marzo all’altro. L’anno scorso, in quel fatidico mese, si è passati da questa fervida attività al blocco totale delle nostre vite, un blocco in cui a pagare un prezzo altissimo sono stati proprio i lavoratori dello spettacolo, la cui attività è stata, più o meno implicitamente, trattata con sussiego, considerata superflua o poco essenziale. Lo stesso ex-Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riferendosi agli artisti, li definì, con un’uscita a dir poco improvvida, come coloro “che ci fanno tanto divertire e appassionare”, una definizione limitante e un po’ miope che dimostra la scarsa considerazione da parte della politica istituzionale verso il lavoro di migliaia di maestranze (fonici, microfonisti, costumisti, e le altre migliaia di mestieri che ruotano intorno a ogni singolo evento artistico) che, in maniera nascosta e senza clamore, forniscono un contributo fondamentale al perpetuarsi di quel “divertimento” e di quella “passione”. Si tratta, in buona sostanza, di una serie di attività che possono anche divertire e appassionare ma che, per tutte queste figure, costituisce una necessaria fonte di reddito.

Durante quest’anno pandemico, tuttavia, le attività, gli incontri e le assemblee dell’Asilo sono continuati, seppure in modalità on-line, e la comunità abitante non si è data per vinta. Con l’inizio della pandemia, questi artisti si sono domandati in che modo fosse possibile mantenere lo spirito comunitario durante il lockdown, come avrebbero potuto ricreare la pratica artistica e culturale alla luce della nuova situazione e come sarebbe stato possibile cogliere l’occasione per innescare una riflessione critica sul presente. Agli albori del primo lockdown, è allora nato il progetto “La Tela”. Si tratta di un progetto aperto a ogni contributo, un lavoro collettivo che si svolge sul web e che incrocia molteplici linguaggi: dalla musica al radiodramma, dalla videoarte alla poesia, fino alla sperimentazione tecnologica, tutti interconnessi su una Tela. Il percorso è nato inizialmente come progetto musicale, i Flussi Sonori Aperti, per poi estendersi in un’opera d’arte analogico/digitale, in continua lavorazione, che prende forma attraverso incontri settimanali di ricerca e creazione collettiva a cui chiunque può partecipare condividendo idee creative ma anche metodologie relazionali, filosofie politiche, visioni del mondo.

Il metodo è quello delle call pubbliche, che la comunità definisce chiamate alle arti: esse definiscono il progetto generale, riguardano la composizione di flussi sonori, la programmazione web creativa, la ricerca intorno a un’opera specifica, e sono finalizzate ad avviare il processo partecipativo e ad allargare la comunità creativa. Le chiamate sono sempre attive in modo da rendere la riflessione collettiva sempre in progress e mai statica, così da restituire un’immagine plastica, e non meramente teorica, di un presente in continuo mutamento. Inoltre, in coerenza con l’intero macroprogetto dell’Asilo come comunità antiverticistica (all’Asilo non esiste una direzione artistica ma le attività sono decise durante le assemblee settimanali, libere e aperte a tutti), “La Tela” si contraddistingue per l’orizzontalità delle relazioni e per un ampio ricorso all’alea: molti dei contenuti con cui è intessuta la Tela nascono come semi sparsi, che interagiscono seguendo le combinazioni messe insieme dal caso, dando vita a un esperimento compositivo in cui niente è determinato o predefinito. Insomma, per rendere l’idea con un gioco di parole, si può dire che nulla è premesso e tutto è permesso, compreso l’errore, che vien accolto come possibilità, piuttosto che condannato come intralcio.

“La Tela”, opera virtuale, si pone al momento come esperimento. Ma forse il suo destino è quello di costituire l’embrione di ciò che un giorno potrebbe prendere una nuova forma oltre il web ed essere condiviso dal vivo. Un’esperienza in tal senso è già stata avviata con risultati sorprendenti, quando la comunità della Tela si è unita ad altri artisti e artiste in una performance live d’improvvisazione su musica, realizzata proprio a partire da materiali estrapolati dall’insieme dell’opera. Obiettivo della Tela è quello di superare la nozione di arte come espressione del genio creativo, con i suoi imperativi di originalità, individualità e riconoscibilità, proponendo invece le relazioni umane come nucleo fondante della creatività. Il punto di partenza è la rielaborazione dei contenuti proposti dalle persone – alcune delle quali artisti/e, altre provenienti da altri campi – per dare forma a un’opera in cui l’individualità si dissolve e si amalgama dentro l’azione collettiva per lanciare un messaggio politico fortissimo: in questo tempo in cui il Covid 19 sembra costringerci alla solitudine, dobbiamo diventare consapevoli della nostra reciproca interdipendenza.

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la Tela può essere esplorata all’indirizzo http://www.exasilofilangieri.it/la_tela/
Per approfondimenti: http://www.exasilofilangieri.it/arti-virali/
Uno sguardo d’insieme: http://www.exasilofilangieri.it/categoria/la-tela/

Contatti:
la_tela@exasilofilangieri.it
info@exasilofilangieri.it
https://www.facebook.com/lasilo

Di seguito, il video promo de “La Tela”

 

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