Il Mangianastri – Piero Ciampi, Sporca estate

di Alfonso Tramontano Guerritore

Se sei nel corpo di un cane non puoi fare altro che ululare. Disperarti. Allo stesso modo la tua luna è indifferente. Non si cura di te. E tutto intorno una famiglia reale cade a pezzi. Forse una famiglia immaginaria. Povera di ogni cosa che riguardi comprensione, devozione, e un mucchio di liquidi corrosivi adoperati nella pulizia di ogni giorno. Un po’ di candeggina, dell’acido, le mani ferite di una donna che continua a lavare i piatti, voltando altrove il viso per non incrociare gli occhi del marito. E non guardare nulla, mentre due figli privi di senno sovvertono la norma, prigionieri in un letto, sbraitando per non essere mai ignorati. Oppure il contrario. Gridano per arrivare ad un silenzio.

Se sei nel corpo di un cane segui un padrone, ubbidisci a forza alla catena. Provi a chiamare qualcosa. A sentire, meglio degli altri, con un altro pensiero.  Per poi rivolgerti di nuovo alla tua luna, più sola di te, più alta e perduta da farsi guardare, almeno lei, in un’apparente libertà. In quel cielo dove ogni amore arriva, per poi cadere apposta, dove ogni amore si ferma per neanche un attimo, si devasta, degrada e scompare. Che l’amore, ogni amore, è un teatro che crolla e si ripete nel buio. Nella pace e nel silenzio. Nella tragedia di una stagione rovente che non può mentire.

Se sei nel corpo di un cane, sai. Guaisci, ti agiti inutilmente. E resti lì dove sei.

 

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