I bisnonni di Dylan Dog – settima parte

Nelle diramazioni genealogiche nel nostro albero abbiamo incontrato dottori, occultisti e detective, tutti provenienti da classi borghesi o da indefinite origini esotiche. In questo capitolo ci imbattiamo per la prima volta in un nobile, sua grazia Jean Armand Duplessis, Conte di Quesnoy e decimo Duca de Richlieu.
Attraverso le sue imprese avventurose scopriremo un piano d’incontro due generi letterari che hanno in apparenza ben poco in comune, ma che nascondono un vecchio sodalizio nato sorprendentemente al di fuori della narrativa.

Tra tutte le associazioni concettuali possibili, le parole “spionaggio” e “occulto” sembrano rappresentare delle attività incompatibili, rimandando l’una al pragmatismo del mondo militare e l’altra a sfere spirituali e filosofiche, eppure il nesso che le lega è oggettivo e lo si può trovare in Europa nel corso del secondo conflitto mondiale.

Sui rapporti intercorsi tra nazismo ed esoterismo esiste una corposa letteratura, tra cui gli interessanti saggi degli storici H. R. Trevor-Roper e Giorgio Galli, che mettono in luce la matrice culturale irrazionalistica sottesa al Terzo Reich. È altrettanto noto il collegamento tra intelligence militare inglese e personaggi provenienti dal milieu esoterico del tempo. Figure simmetriche a quelle di cui si circondavano Himmler e le sue SS ma improntate a funzioni diverse, quali lo smistamento o il depistaggio d’informazioni attuato grazie ai contatti tra i membri delle disciolte società segrete.

In questo calderone contraddittorio frammisto di realtà e finzione troviamo nuovamente la presenza di Aleister Crowley, introdotto al caposezione del MI 5 Maxwell Knight col quale collaborerà in attività di infiltrazione e propaganda (oltre ad avere un possibile coinvolgimento nella fuga di Rudolph Hess). A far familiarizzare i due improbabili soggetti è uno scrittore, Dennis Wheatley, ex ufficiale, membro del dipartimento London Controlling Section, nonché autore di romanzi ammirati anche da Göring.

Tramite contatti di questo tipo vediamo accostarsi ambiti che nelle loro relazioni sotterranee rispecchiano la controparte narrativa, in cui l’elemento fantastico si integra al realistico in un discorso che nasconde monito e scontro ideologico sotto le vesti più innocue dell’intrattenimento.

L’identità di Wheatley e di altri illustri colleghi è divisa in un dualismo schizofrenico di concretezza e speculazione, speso tra il servizio bellico e la passione per il sovrannaturale. Lo sbocco più spontaneo non poteva essere che la fiction, campo in cui l’autore inglese produce numerosi cicli romanzeschi a partire dagli anni ’30. La presenza dell’elemento occulto, anche se non totalizzante, è presente in tutta la sua opera, animando inoltre con successo alcuni episodi della serie dedicata a de Richleau, scritta tra il ’33 e il ’70, per riapparire in una spy-story dell’avventuriero Gregory Sallust e in due libri del Colonnello Verney.
Il blasonato eroe fa la sua entrata in scena con The Forbidden Territory, una vicenda ambientata nella Russia dei Soviet in cui spiccano anche le figure dei compagni d’avventura Rex Van Ryn e Simon Aron. Dalle sue gesta collocate cronologicamente dal 1903 al 1958 ma pubblicate in ordine non sequenziale, de Richleau appare un erudito aristocratico, pratico d’armi e insignito dalla Legion d’onore, educato alle arti magiche in Madagascar e ardente sostenitore della monarchia, cosa che lo spinge a esiliarsi a Londra nel 1905, mettendosi al servizio di altre corone (da quella spagnola a quella inglese).

Tanto gentiluomo quanto spericolato, il Duca prende parte ad attività spionistiche e colpi di mano contro anarchici, massoni e bolscevichi, includendo anche nemici di matrice ultraterrena. Coadiuvati dall’altro “moderno moschettiere” Richard Eaton, infatti, gli stessi amici del primo episodio ritornano nel successivo The Devil Rides Out del ’34, un thriller a sfondo satanico che nella battaglia contro la setta del malefico Damien Mocata evidenzia gli elementi vincenti della produzione di Wheatley. Una capacità di raccontare con ritmi serrati che, unita alle pittoresche descrizioni di rituali e di messe nere dai dettagli suggestivi, rende appassionanti i suoi romanzi. La componente classista rimane sempre presente e il credo politico reazionario si fonde allo scenario metafisico, diventando un aspetto dell’eterno scontro tra luce e tenebra.

L’associazione tra magia nera e nemici politici come nazisti e comunisti rende quindi questi ultimi le espressioni secolari di una potenza superiore, un Male supremo che gli eroi combattano con la forza quanto con l’opposizione dei propri valori. Nel contempo, l’occhio attento dell’autore alla narrativa popolare sottolinea gli ingredienti di forte presa sul pubblico, con la ricorrenza delle cosiddette tre “s” riprese in dosi diverse dal collega Ian Fleming, ossia “sex, sadism and snobbery”.
L’agente 007 insegna che, anche senza vendere l’anima al Diavolo, sono formule più che sufficienti per produrre dei best sellers.

 

 

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