Intervista a Lorenzo Marone, autore di ‘Un ragazzo normale’: “Spero che il mio libro sia molto letto dai ragazzi”

di Christian Coduto

Lorenzo Marone nasce a Napoli il 12 dicembre del 1974. È autore di 4 romanzi; il primo La tentazione di essere felici (ed. Longanesi, 2015) ha liberamente ispirato la sceneggiatura del pluripremiato film La tenerezza di Gianni Amelio.Un ragazzo normale (ed. Feltrinelli, 283 pag.) è da poco uscito nelle librerie.

Lorenzo arriva alla Feltrinelli di Caserta completamente rilassato, senza fanfare o fuochi d’artificio. Casual nell’abbigliamento e nei modi. Mi saluta cordialmente e si scusa per la voce, dovuta a una brutta influenza che non è ancora riuscito a debellare del tutto. “Per come mi sento sarebbe stato meglio rinviare la presentazione, ma non sarebbe stato giusto nei confronti di chi è venuto a salutarmi” rivela. Gentile, educato, timido, riservato, di poche parole. Prima di iniziare la presentazione del nuovo romanzo, si mette comodo e risponde alle mie domande.

La prima domanda è di rito: chi è Lorenzo Marone?

Eh boh! (Ride, poi torna subito serio). È un uomo che, a un certo punto della sua vita, si è accorto che sarebbe stato più felice, se avesse portato fuori il suo mondo più intimo grazie alla scrittura.

Ci parli del tuo nuovo romanzo Un ragazzo normale?

Certo! È la storia di Mimì, un ragazzino di dodici anni. Lui è il figlio del portiere dello stabile in cui viveva Giancarlo Siani (il giornalista de “Il Mattino”, ucciso dalla camorra nel 1985 ndr) al Vomero. È un tipo decisamente strambo: ama la matematica, si nutre di scienza e documentari, parla in modo forbito, ripete a memoria una trentina di classici per ragazzi, fa collezioni strane … ha tanta difficoltà a manifestare il suo mondo e a socializzare con gli altri. La famiglia è molto umile, nessuno dei suo familiari sembra davvero capirlo, quindi ha bisogno di un punto di riferimento con cui rapportarsi. Trova un modello in Giancarlo che, a venticinque anni, combatte il male con la sua penna e la sua bat-mobile, una Citroën Méhari.

Nasconde, ma solo in parte, l’emozione che prova raccontandomi la storia: Siani è parte di noi, anche di chi non l’ha mai conosciuto, di chi non lo ha mai incontrato. Mimì lo considera un supereroe: questo ragazzino dà voce al pensiero di tanti italiani.

Ciò che mi ha colpito di più del romanzo è il forte contrasto tra l’elemento “fiaba”, perché a dodici anni sei proteso a vivere in un mondo incantato e la cruda realtà, perché la vita non è sempre gioiosa.

Beh, alle spalle c’è una storia tragica, con un triste epilogo. Questo è un elemento tipico dei miei romanzi: l’alternanza di commedia e dramma. Io amo raccontare la vita, che è appunto un avvicendarsi continuo di questi due elementi.

Dal tuo romanzo La tentazione di essere felici ha avuto vita il film La tenerezza di Gianni Amelio. Cosa ne pensi del risultato finale?

Innanzitutto sono felicissimo per il David di Donatello che è stato assegnato a Renato (Carpentieri, ndr): siamo ottimi amici e credo davvero che lui sia un bravissimo attore. Premiare lui è stato un po’ come dare un premio al mio Cesare Annunziata. Un’esperienza gratificante, divertente. Il film è di certo molto diverso dal mio libro. Ho avuto l’opportunità di conoscere sia Gianni Amelio sia alcuni attori di grande fama.

Se un giorno un regista decidesse di girare un film ispirato a Un ragazzo normale, quali attori vorresti nel cast?

Non ci ho ancora pensato, è difficile! Mimì vorrei che fosse un volto nuovo, se consideriamo la sua giovane età.

Credo che la mia scrittura sia molto cinematografica: uscirebbe sicuramente un bel film (sorride).

Cosa augura Lorenzo Marone a Un ragazzo normale?

Che sia letto il più possibile dai ragazzi. Il messaggio è molto forte: quello di un ragazzino che ha come modello Giancarlo Siani, quindi sicuramente positivo. Mimì ama la letteratura, cerca di migliorarsi e ampliare il proprio pezzetto di mondo arricchendosi culturalmente. Il che, non è cosa da tutti.

Un ragazzo normale, di Lorenzo Marone

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