Imitation Of Life\R.E.M.

di Alfonso Tramontano Guerritore

 

Pensava di aver perso tempo. Una storia sott’acqua, consumata fino a distruggersi senza lasciare tracce. Così credeva. Passeggiava senza saper bene che fare, tra la spesa e la macchina, in compagnia di un’amica. La stessa amica di sempre.

 «E poi si avviò da sola verso il parcheggio, con le macchine che le passavano davanti e le voci a inveire».

Il frastuono non si distingueva, mescolato di rumori di ogni tipo, provenienti da ogni parte. Certe interruzioni funzionano come le ischemie, lasciano segnali prima dell’esplosione. A volte la detonazione è talmente rapida che non si sente. I pezzi si disperdono e non si capisce perché.

Sotto la pelle delle cose che faceva c’era qualcosa. Lei non se ne rendeva conto. Le sembrava di vivere in automatico. Era come per il sangue e le parti molli di un corpo, come i fili nell’anima di un robot elettrico. L’ingranaggio di un vecchio pupazzo era il suo cuore. Ciò che aveva mosso tutto. Non era nascosto. Non era in nessun posto. Era introvabile ad ogni forma di ricerca. Lei portava con sé la riproduzione di ogni cosa vissuta. In quel momento non capiva perché il dolore era vivo. Non abbastanza trascorso. E cercava spazio, tra tutti gli altri ricordi, superando il resto. E l’inverno ricopriva le strade di un bianco assoluto che non ammetteva differenze.

«La macchina slittò sulla neve e la prese in pieno mentre attraversava sulle strisce. Lei cadde battendo la testa, senza accorgersi di niente. Si rialzò circondata da gente sconosciuta che la fissava. Avevano tutti un’espressione di sgomento sul viso. Provò a parlare ma non successe niente. Ogni cosa era immersa nel silenzio».

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