Monty Python – Il senso della vita, qualcosa di completamente diverso

La fabbrica ha chiuso, non ho più un lavoro. Entrate amorucci miei.
Non ho altra scelta che vendervi tutti per esperimenti scientifici
da: Monty Python – Il senso della vita

Risultati immagini per monty python il senso della vita“Graham Chapman, coautore dello sketch del pappagallo, non c’è più… Probabilmente stiamo tutti pensando a quanto sia triste che un uomo tanto dotato di talento, capacità e gentilezza, un uomo di tale rara intelligenza abbia dovuto andarsene così all’improvviso a quarantotto anni soltanto…Per quanto mi riguarda, sento di dover dire: ‘Fesserie. A mai più rivederci, bastardo d’uno scroccone! Spero che bruci all’inferno’. E il motivo per cui credo di doverlo dire è che egli non mi perdonerebbe mai se non lo facessi, se sprecassi questa magnifica opportunità di scandalizzarvi a nome suo”.

Risultati immagini per monty python il senso della vitaBasterebbe forse questo frammento dell’eulogia pronunciata al funerale di Graham Chapman dal collega e amico John Cleese (i due sono stati anche compagni di università a Cambridge negli anni ’60) per comprendere con chi abbiamo a che fare quando parliamo dei Monty Python, il gruppo di comici inglesi (quattro su sei sono infatti nati nella “perfida Albione”) più famoso negli anni ’70, lanciati dallo show televisivo della BBC “Flying Circus” ed attivi poi anche al cinema. Gli altri componenti rispondono ai nomi del candido Michael Palin, dell’estroso Eric Idle, del coltissimo gallese Terry Jones e dell’eccentrico statunitense Terry Gilliam. Proiettato al Festival di Cannes nel 1983, The Meaning of Life si aggiudicò a sorpresa il Grand Prix della Giuria in una competizione che vantava nomi del calibro di Andrej Tarkovskij, Robert Bresson e Nagisa Oshima.

Risultati immagini per monty python il senso della vitaSebbene finanziata con i potenti mezzi della Universal, la realizzazione del film risultò molto travagliata ed il risultato finale fu il frutto di una difficile gestazione per pura mancanza di idee da parte del gruppo che ebbe bisogno di una vacanza in Giamaica per ritemprarsi e riuscire a trovare nuovi spunti. Alla fine, da un iniziale progetto che prevedeva di raccontare una ipotetica Terza Guerra Mondiale, si passò al racconto delle età dell’Uomo, dalla nascita alla morte, con incursioni nel passato e persino nel Paradiso “dove ogni giorno è Natale”, dotando il film se non di una trama, almeno di una linearità ed un tema ben precisi. Si passa così, a questo punto molto liberamente, da uno sketch sul concepimento con protagonisti medici cinici e scontrosi, ad una satira contro le varie confessioni cristiane, alla messa alla berlina delle istituzioni scolastiche e militari con momenti di assoluto nonsense: in questo senso, spicca su tutte la straordinaria, assurda sequenza del gioco “Trovate il pesce”.

Nel finale si arriva poi ai due momenti forse più famosi e ricordati: lo sketch del gentiluomo Creosote, borghese arrogante e grassissimo che mangia fino a scoppiare (letteralmente), servito dal mellifluo cameriere dall’aria impeccabile interpretato da John Cleese, parodia volutamente oltraggiosa de La grande abbuffata di Marco Ferreri, momento apocalittico e trionfo del Caos, e la scena che ha come protagonista “il Tristo Mietitore”, la Morte, che è venuta ad esigere la vita di sei malcapitati, avvelenati da una mousse. In questa sequenza, ovviamente, l’illustre modello di riferimento è Ingmar Bergman e il suo serissimo Il settimo sigillo sul quale si abbatte la violenza comica iconoclasta del gruppo.

The Meaning of Life è l’apoteosi del successo cinematografico dei Monty Python, il punto più alto della loro filmografia e della loro verve deliziosamente anarcoide anche perché riesce a sollevarsi dall’episodicità televisiva dei primi film ed è capace di organizzare qualcosa che somiglia ad una narrazione e persino a dialogare con altri generi filmici: il musical (con pezzi scritti e recitati dagli stessi membri del gruppo), l’horror (la cattivissima sequenza splatter del donatore di fegato), il film di guerra (la sequenza sul campo di battaglia) con grande dispendio di mezzi e la consueta fertilità di invenzioni.

Quello dei Monty Python è davvero un mondo alla rovescia nel quale si avverte l’insanabile divorzio tra le parole e le cose, la vittoria del caos su qualsiasi tipo di ordine, il trionfo dell’inatteso sulla consuetudine, l’attacco deliberato contro il proverbiale aplomb dell’inglese medio, bersaglio preferito dei Nostri ancor più del potere e delle sue brutture. Sì davvero, come diceva l’Annunciatore Elegante che scandiva la successione degli sketch nel Flying Circus: “And now for something completely different”, siamo veramente davanti a qualcosa di completamente diverso.

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