Catch-22, da Joseph Heller a George Clooney. “Qui chi non impazzisce, non è normale”
Un soldato dell’aviazione statunitense, dopo aver portato a termine la sua ennesima missione, scende dal suo aereo subito dopo l’atterraggio. È nudo. E nudo va a ricevere la medaglia d’oro con la quale il suo generale lo insignisce ugualmente davanti allo stupore generale, appuntandogli l’onorificenza sopra il cappello, unico indumento indossato in quel momento.
È una delle scene di Catch-22, la miniserie prodotta da Barbara A. Halle e diretta da George Clooney, Grant Heslov ed Ellen Kuras. Sei episodi per descrivere le avventure, o disavventure, di John “Yo Yo” Yossarian, giovane bombardiere dell’United States Army Air Forces, durante la seconda guerra mondiale. La serie è il riadattamento del romanzo Comma-22, di Joseph Heller. L’opera dello scrittore statunitense è considerata tra le opere di maggior riferimento nella letteratura postmoderna. La trama si sviluppa intorno alle vicende di un reparto di aviatori coinvolti in pericolose missioni di volo che prevedono i bombardamenti di punti strategici nemici. Sia il romanzo che la serie sono ambientate in Italia, in particolare a Pianosa. Il romanzo di Heller si origina dalle esperienze personali dello stesso autore che, proprio a bordo del B-25 Mitchell, lo stesso tipo di velivolo su cui volano i protagonisti di Catch-22, ha prestato servizio militare nell’aeronautica statunitense. L’opera letteraria di Heller aveva già registrato un’esperienza cinematografica nel 1970, con l’omonima pellicola diretta da Mike Nichols e con Orson Welles nei panni del generale Dreedle.
Il titolo Catch-22 è ispirato al paradosso del Comma-22, che riguarda un’apparente facoltà di scelta in una regola o in una procedura, dove, in realtà, per motivi logici nascosti o poco evidenti, non è possibile alcuna scelta, perché, in fondo, vi è solo un’unica possibilità. questo paradosso è una versione di quello di Jourdain, a sua volta originatosi in quello di Epimenide, da cui deriva la celebre ammissione dell’affermazione menzognera. Un innesco, quello del paradosso, che guida l’intera narrazione di Catch-22, per un insieme chiuso in cui la pressione psicologica è così forte che non sempre gli uomini del reparto riescono a sopportarla. Le missioni sono molto rischiose e la possibilità di non tornare è ogni volta molto alta. Yossarian, interpretato da Christopher Abbott, sin dall’inizio si pone come unico obiettivo quello di riuscire a tornare a casa il prima possibile. Ovviamente da vivo, invece che spedito nel suo paese in una bara di legno avvolta in una bandiera.
“Tu parli di vincere la guerra. Io parlo di vincere la guerra e di restare vivi.”
Il racconto divide il piano narrativo tra la terra e il cielo. Il mare di Pianosa, dove Yo Yo, da solo o coi suoi amici, di tanto in tanto corre a rifugiarsi in una regione di separazione dalla guerra e da tutto il resto, assolve a una funzione catartica. Un luogo di purificazione che si fa territorio neutrale anche dal punto di vista spirituale. Alcuni personaggi, come l’infermiera Duckett o il dottor Daneeka, rispettivamente interpretati da Tessa Ferrer e Grant Heslov, rappresentano il punto di rigenerazione e di speranza per le continue e ossessionate richieste di soccorso da parte di Yossarian, destinato, però, a fare i conti con uno sviluppo della sua esperienza diretto a uno sconto costante del suo interno personale. Un processo per sottrazione che, poco a poco, tra le brutalità della guerra scandite dal tipico umorismo paradossale della narrativa nordamericana, conosce la sua solitudine fino a un’inattesa e sorprendente contestazione che rivela il motto di spirito sia della serie televisiva che del romanzo di Heller, scrittore celebre anche per il suo impegno antimilitarista.
Tra il mare della Toscana, le missioni in cielo e la Roma “Città aperta”, Yo Yo è costretto a fare conoscenza di quel concetto di guerra che oltrepassa i confini del luogo di battaglia. La guerra, soprattutto il secondo conflitto mondiale ha fatto da spartiacque per questo atroce senso delle ostilità militari, è un coinvolgimento collettivo, è quel luogo che va ben oltre il campo di battaglia. Sia esso in terra, in mare o in cielo. La sua crudeltà afferra l’inoffensivo civile, le età innocenti e i nascondigli. Pure una vecchia casa chiusa, in cui Giancarlo Giannini, nei panni di un anziano tenutario, comizia la caducità della politica e della diplomazia, sprigiona miserie e drammi personalissimi. Un nascosto dell’individuo che rivela a Yo Yo quanto l’orrore della guerra e della povertà conduca l’uomo alla vendita di se stesso fino all’annientamento già nella più tenera età. Sentimento e dignità soccombono al grado di aspirazione futura, del chissà se un giorno qualcuno avrà modo di goderne senza la feroce preoccupazione che un solo istante possa distruggere tutto.
Sotto le incursioni aeree di Catch-22 si muove una traccia clandestina che strizza l’occhio alla commercializzazione della guerra. Lo scopo primario e criptato dei conflitti militari nella serie di Clooney si manifesta attraverso l’intraprendenza di un giovane soldato che riesce a coinvolgere nei suoi traffici commerciali persino i più alti ufficiali della base. Il comando militare non disdegna di scendere a patti con accordi e negoziati persino con il nemico, anch’esso coinvolto dall’intraprendenza di chi scorge nella guerra una possibilità di arricchirsi.
“- Che cosa ti sembra? –
– L’apocalisse. –
– Invece si chiama ricostruzione. -”
Del resto, è lo stesso George Clooney, che nella serie interpreta il personaggio del sadico quanto grottesco tenente Scheisskopf, in un’intervista rilasciata proprio sulla sua produzione, a ricordare che la guerra conserva sempre un animo commerciale. Anche i più atroci conflitti hanno serbato intenzioni di natura imprenditoriale. È quello lo scopo principale di quando si lanciano bombe e si ordina a dei ragazzi di andare a morire in nome di chissà quali ideali.
“Non importa chi conquisterà quella collina, perché sai che dopo due anni chiunque lo faccia ci costruirà un McDonald’s”
Tra casse di pomodori e altri prodotti pronti a finire sui mercati di mezza Europa, gli equipaggi dei reparti dell’aviazione si sollevano da terra per far fronte al dovere e all’assurdità di un ordine che li derubrica a vite da sacrificare in nome della religione del bersaglio. Lassù morire è semplice e quaggiù farsene una ragione è di certo più difficile. Se Yossarian sin dal principio è costretto ad affrontare l’arroganza di Scheisskopf, superiore avversato fino alla fine, l’umanità in divisa dei reparti di Catch-22 persegue il sogno di spogliarsene per sempre di quella uniforme che nessuno sa chi ha cucito loro addosso per scaraventarli in luoghi meravigliosi che la guerra ha scelto per fare da scenari incantati alle sue gesta diaboliche. Un teatro degli orrori che dal cielo non sempre si scorge, pure se qualcuno ordina di sganciare una bomba.