John Lennon,”Happy Xmas (War Is Over)”

di Alfonso Tramontano Guerritore

 

Ho due occhi di fronte per l’ultimo giorno di scuola prima delle feste. Saranno un’ossessione per  tre, quattro  anni. Il simbolo dell’inizio dell’adolescenza. Questi non sono i beatles, ma gli somigliano molto. Le parole sono più stupide, ma chi le canta ci crede davvero. Sembra una canzone di natale, ma è molto di più. La scena è quella di un’assemblea d’istituto,  lei canta  insieme al coro, in piedi su un ripiano, con le spalle al muro.  Ci avrò parlato una manciata di volte, senza mai reggere l’imbarazzo. La incrociavo almeno due volte al giorno,  una nei corridoi durante la ricreazione e poi verso casa, io a piedi e lei sulla sua vespa verde bottiglia. Poi l’ho persa. Mi è tornata in mente una vita dopo, una sera che ero per quella stessa strada. Fu un’apparizione. Di nuovo sul suo scooter. «Che fine avrà fatto», pensai. Il giorno dopo mia madre mi raccontò di una giovane della mia età morta sotto i ferri per un tumore.  «Ma quando?»  «Ieri sera». L’orario era lo stesso del suo inspiegabile ricordo, apparso su due ruote, sorridente e imprevisto. Sentii un misto di dolore e liberazione allo stomaco. Come adesso che è tempo di festa e conto le mancanze. Non c’è niente di bello nel Natale se hai perduto qualcuno. Vorrei ritrovare un po’ di gente,  da qualche parte, quando si può.  Per questo ogni vigilia, dopo il cenone, prima di mezzanotte, mentre tutti vanno a messa io spengo le luci e canto John Lennon. Con devozione, la mia piccola preghiera.

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