“Gotham”, o i dolori del giovane Batman

Romanzo di formazione, mistery, noir corale e grandguignolesco: il serial della Fox, che ha debuttato nell’autunno del 2014, è tutto questo e altro ancora, con il suo affondare le mani nel mito moderno di Batman per riscriverne le origini insieme a quelle dei suoi avversari. Un’operazione in linea con il restyling con cui Denny ‘O Neill negli anni ’70 e poi Frank Miller nel 1986 hanno evidenziato il lato cupo e drammatico del fumetto, dando il via a infinite versioni che da anni ne scandagliano ogni remota piega psicologica.
Nello show scritto da Bruno Heller si evince sin dal titolo il rilievo dato alla città in cui si agitano le vite di eroi e antagonisti. Gotham City è una New York trasformata dalla colour correction e dalla computer graphic in uno scenario austero e decadente. Sotto i suoi cieli temporaleschi, spiccano decorazioni goticheggianti e la stessa centrale di polizia ha i tagli di luce, le articolazioni plastiche, le ombre e la verticalità di una cattedrale.

In questo ambiente in cui la corruzione regna sovrana, l’idealismo del detective Jim Gordon (Benjamin McKenzie) confliggerà contro una realtà ambigua, piena di contraddizioni e immoralità, costringendolo suo malgrado a sporcarsi con azioni indegne. È il mondo amaro in cui lo introduce il suo partner Harvey Bullock, un poliziotto disincantato e colluso, che l’efficace Donal Logue riesce a rendere accettabile, nonostante i propri rapporti col boss Fish Mooney (Jada Pinkett-Smith) e l’indifferenza alla guerra fra le bande che si spartiscono la città. Col tempo, mentre Gordon dovrà fare i conti col proprio lato oscuro, Bullock con molta fatica risalirà la china in un percorso di riscatto che lo renderà il compagno più fidato, arrivando persino ad assumere il comando del distretto reso vacante dalla follia del Capitano Barnes (Michael Chiklis).

Intanto, la maturazione del giovanissimo Bruce Wayne, cresce di pari passo con lo scivolamento di Gotham nel caos più totale.
Sopravvissuto alla rapina che ha ucciso i suoi genitori spingendolo alla ricerca ossessiva del responsabile, Bruce si dimostra un ragazzo difficile, rabbiosamente in cerca di risposte e di se stesso. Un ruolo impegnativo di cui David Mazouz riesce a incarnare il mix di ostinazione, forza morale e rabbia che sono le fondamenta del moderno Batman. Ad affiancarlo c’è un inedito Alfred Pennyworth, non più il caricaturale maggiordomo di un tempo, ma un vero e proprio padre adottivo, forte di un passato militare di ex-Royal Marine e animato da un amore immenso per il proprio pupillo. L’interpretazione di Sean Pertwee ne fa un personaggio memorabile, regalandogli polso fermo, saggezza e una dose di ironia molto British. Non per nulla l’attore inglese è figlio d’arte, essendo il padre Jon uno degli interpreti del popolare Doctor Who.

Dalla misteriosa fine dei coniugi Wayne, l’omicidio che dà l’avvio alla serie, Heller tesse una tela che ad ogni stagione aggiunge dettagli al complesso ordito narrativo, con l’intento di far deflagrare il realismo di partenza mutandolo nel circo delirante della Gotham City che conosciamo.
Il processo inizia con l’inserimento di malviventi sempre più teatrali in un contesto dal sapore hard-boiled, in cui i boss “Don” Falcone (John Doman) e Don Maroni (David Zayas) ingaggiano una sanguinosa lotta per il potere. In questo mondo sull’orlo della tragedia si aggira Selina Kyle, una graziosa donna-gatto dalle fattezze di Camren Bicondova, il cui unico scopo è sopravvivere nella giungla urbana.

Nel progressivo scivolare nell’assurdo degli eventi giganteggiano l’apprendistato criminale e l’affermarsi di super-cattivi come Oswald Cobblepot, il Pinguino, uno straordinario Robin Lord Taylor che dipinge il suo personaggio con una recitazione istrionica, a volte sopra le righe, ma di forte scavo psicologico. All’intelligenza selvaggia e istintiva del Pinguino, si contrappone la follia lucida, compulsiva e glaciale di Edward Nygma, coroner timido, goffo e amante degli indovinelli che evolverà ne l’Enigmista, trovando la propria identità in un assassino amorale e psicotico. Il fisico filiforme di Cory Michael Smith è perfetto nel farne una sorta di ragazzo cresciuto all’ombra delle proprie ossessioni, sbocciato nel delitto e nell’odio (ricambiato) verso Cobblepot.

La quantità di personaggi s’infittisce, obbligata dall’aderenza al canone fumettistico. Quindi, nel corso di una seconda stagione all’insegna dell’eccesso e del kitsch, entrano in scena sètte segrete, vendicatori redivivi e soprattutto gli esperimenti del dottor Hugo Strange (BD Wong), che rendono possibile l’introduzione di figure dai poteri anomali, nella piena tradizione del comic. Tra questi freaks, fa la sua apparizione Jerome Velaska, maniaco omicida che diventerà il futuro Joker, una figura che pur ben interpretata da Cameron Monaghan rimane monocorde e prevedibile rispetto ai “colleghi” dalla caratterizzazione più complessa.

Nella terza stagione, si rialza il livello qualitativo e il caotico intreccio si arricchisce di misteri e sottotrame come la Corte dei Gufi, élite che da sempre manovra occultamente le sorti della città, o sofferte rese dei conti come quella tra Jim Gordon e l’ex-amante Leslie Thompson (Morena Baccarin), esemplare abitante della zona grigia tra bene e male in cui lo stesso poliziotto è prigioniero.

Sebbene obbligato dal proprio vincolo di ricalco alle linee guida del fumetto, Gotham dimostra una sua dimensione narrativa autonoma, arrivando a mietere numerosi riconoscimenti e continuando la sua corsa fino a un’annunciata quarta stagione. Ultimo tassello del puzzle e probabile fil rouge del nuovo ciclo è l’introduzione nell’episodio 22 del nemico per eccellenza R’as al Ghul. Lo stregone immortale già visto nel serial Arrow (della medesima origine DC Comics), dovrà dare la spinta finale al processo di trasformazione di Bruce nel vigilante mascherato.

Abbiamo visto follia, abbiamo visto delitto, insieme a uomini, mostri ed eroi. Quello che ancora attendiamo è l’ombra di un pipistrello che uscendo dal buio porti un messaggio di speranza alla città. A Gotham le altezze vertiginose e i cornicioni abbondano. Forse è il momento che Batman inizi a incidere nella notte la sua leggenda.

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