Cannes 2016, l’altro concorso: annunciati i titoli della “Quinzaine” e della “Semaine”

Da molto tempo ormai la “Quinzaine des Réalisateurs” che, lo ricordiamo, è un evento collaterale ma indipendente dal Festival principale, riserva delle bellissime sorprese. L’anno scorso, ad esempio, il Delegato Generale Edouard Waintrop riuscì a fare alcuni colpacci piazzando nel Concorso da lui diretto alcuni film che risultarono poi tra i migliori in assoluto sbarcati sulla Croisette: le tre parti de Le mille e una notte di Miguel Gomes, Trois souvenirs de ma jeunesse di Arnaud Desplechin, L’ombre des femmes di Philippe Garrel, giusto per citare alcuni titoli memorabili.

Quest’anno, mentre il Concorso, come abbiamo visto nell’articolo precedente, punta su nomi quasi tutti altisonanti senza rischiare molto, anche la “Quinzaine” si è assicurata alcuni pezzi da novanta dando però, nel contempo, spazio a cinematografie marginali. Tra i “big” svettano, ad avviso di chi scrive, il bravissimo Pablo Larraìn con il suo film su Pablo Neruda (Neruda, appunto), il sempreverde Paul Schrader (Dog Eat Dog), l’estroso Alejandro Jodorowsky (Poesia sin fin), l’impegnatissima Laura Poitras che, dopo il doc su Snowden Citizenfour baciato dall’Oscar, con il suo Risk parla di Julian Assange, il  bollywoodiano Anurag Kashyap (Raman Raghav 2.0), il cinema queer (a tematica omosessuale) dell’interessante Sébastien Lifshitz (Les vies de Thèrese). Più rischiosi, ma perciò tutt’altro che trascurabili, gli esordi di Claude Barras, con il film d’animazione Ma vie de courgette, e dell’afgano Sharbannoo Sadat (Wolf and Sheep).

La “Quinzaine” è inoltre servita a placare i malumori nostrani di chi aveva gridato allo scandalo per l’assenza di film italiani dal Festival (come se la nostra cinematografia fosse la migliore del mondo). La pattuglia italiana sarà più che ben rappresentata con tre autori: Marco Bellocchio, che ha adattato Fai bei sogni di Massimo Gramellini, Paolo Virzì con La pazza gioia (titolo che richiama il suo film d’esordio del 1994, La bella vita) e Claudio Giovannesi con Fiore.

Un altro titolo italiano sarà, inoltre, presente alla Semaine de la critique (nelle Séances Speciales, quindi non in concorso), I tempi felici verranno presto, opera seconda di Alessandro Comodin dopo il bell’esordio L’estate di Giacomo. Da segnalare la presenza di quattro film diretti da altrettante attrici francesi: Bonne figure di Sandrine Kiberlain, En moi di Laetitia Casta, Kitty di Chloë Sevigny (tutti film di chiusura) e Victoria (film d’apertura) di Justine Triet. Ma sono tutti Fuori Concorso: quindi non pensate che i francesi siano un tantino sciovinisti…

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