Foto(moto)grafia

Le due immagini che propongo oggi, sono state realizzate con il processo dello stitching.

La cucitura, l’assemblaggio di più scene per la realizzazione di un’immagine panoramica.

Potenti software che eseguono questo lavoro di acquisizione, calibrazione e montaggio, sono oggi onnipresenti. Anche nelle nostre tasche (PTGui, Panorama Tools ed Hugin ne sono alcuni).

La prima delle due immagini è stata realizzata sfruttando la mia posizione, l’asse longitudinale del mio corpo, come centro ottico del sistema.
Dando come risultato una proiezione cilindrica parziale, in questo caso.

Le distorsioni sono in quel punto, perché quel punto è quello fisicamente più vicino all’obiettivo della ripresa, al momento dell’interruzione della ripresa.

La seconda immagine invece, è il risultato ad hoc della classica spiegazione dei moti relativi.
L’omino fermo nel vagone del treno che viaggia alla velocità del treno.

Essenzialmente è proprio ciò che ho fatto.
Stando fermo in un punto, nel vagone, ho eseguito una ripresa panoramica, in questo caso rettilinea.
Come si può notare, infatti, non sono presenti distorsioni perché l’obiettivo di ripresa nelle mie mani, era fermo (più o meno, tralasciando gli sbalzi di instabilità dovuti al moto stesso del treno) sempre alla stessa distanza fisica dalla scena, in questo caso esterna al vagone.

Questo escamotage tecnico prova involontariamente a imbastire ed a dare forma a quella che Deleuze definiva linea dell’Aion,il percorso dell’istante.

Una riflessione nasce sicuramente in ambito etimologico.

Con delicatezza, e tenendomi lontano da scontri titanici tra argentici e digitali, provando a chiamare fotografie queste due immagini, quindi scritte dalla luce (phos+graphis), sorge la possibilità di definire una nuova categoria: la fotomotografia.

L’immagine non contiene mossi causati dal movimento imprevedibile del soggetto ripreso o dalla mobilità della mano del fotografo, ma a priori, nell’intenzione, si vuole di realizzare un’immagine con il movimento (oltre che con la luce).

Se è vero com’è vero che l’Uomo è oggi Homo Téchne, a pieno servizio della tecnica, sarebbe interessante osservare quali influenze, contagi e mutazioni può riservare la tecnica, ad un fenomeno antropologico come la fotografia.

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