Il Mangianastri – Ho visto Nina Volare/ Zucchero / De André

di Alfonso Tramontano Guerritore

E poi il frutto cade dal ramo, in un momento diverso dalla foglia. Molto prima dell’albero, in un tempo altro rispetto al nido. Tra la fitta trama che copre il cielo passano uccelli e topi, scoiattoli e un’infinità di insetti. Un mondo si attorciglia e popola lo spazio verticale del fusto, pieno di rumori e sottigliezze, combattimenti costanti e file di esseri uguali. Così passano i tempi e le prospettive, anche per le guerre e i giochi dell’infanzia.

Ci salivamo per il nascondino, da quelle parti. E lei non aveva paura. Passavo per essere bravo, a salire come niente fosse. Poi mi sentivo libero e poi mi sentivo solo. Vieni con me- dissi- non ci trova nessuno. Passavano le ore e tutti gridavano, e tutti ci cercavano e chissà sua madre. La mia era già pazza, non pensava a me. Questa è la bocca, dissi, quello è il fiore. Da quella parte non possiamo andare, il ramo è troppo sottile. A breve schiudono le uova. Le formiche troveranno ogni parte di noi. «Rimaniamo qui», disse lei. Poi prendemmo il sole che ci serviva e chiudemmo gli occhi. Fu come andare sott’acqua, con la luce al posto dell’aria. «E adesso?» «Ci siamo scambiati il seme», dissi. Lei per molte settimane non mi parlò. Poi si trasferì con la madre e non ci vedemmo  più.

Dopo molti anni diventammo noi stessi alberi, pieni di rami e di cose. E le cose coprivano il cielo.

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