Napoli Film Festival: incontro con Amos Gitai

Amos Gitai, probabilmente il più celebre regista israeliano vivente, è stato a Napoli, ospite del Napoli Film Festival, con un’iniziativa in collaborazione tra il Festival e “Venezia a Napoli – il cinema esteso”, manifestazione che si terrà nel capoluogo partenopeo tra il 22 e il 25 ottobre. Il regista ha presentato il suo ultimo film, Rabin, the last day, in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, opera che in Italia è ancora in cerca di un distributore mentre in Israele uscirà nelle sale il prossimo 4 novembre.

La data scelta per l’uscita non è casuale: il 4 novembre, infatti, ricadrà il ventesimo anniversario dell’assassinio di Yitzhak Rabin, allora Primo Ministro, che fu ucciso in un attentato per mano di Yigal Amir, uno studente di Legge appartenente alla destra più oltranzista. La morte di Rabin annullò il processo di pace, iniziato con gli accordi di Oslo firmati nell’estate del 1993 dal Presidente israeliano con Yasser Arafat, che avrebbe posto fine al conflitto arabo-israeliano o lo avrebbe almeno attenuato. Lo splendido film, sorprendentemente ignorato dalla Giuria veneziana presieduta da Alfonso Cuarón, più che raccontare l’ultimo giorno di Rabin, descrive il clima di odio contro questo ex-militare divenuto premier nelle file del Partito Laburista Israeliano, che si sviluppò attraverso una campagna che coinvolse il Likud, principale partito di opposizione, e che culminò nel cosiddetto Din Rodef, una vera e propria condanna a morte pronunciata da estremisti religiosi ebrei, secondo i quali è possibile uccidere un uomo se si ritiene che questi metta in pericolo la sicurezza dello Stato di Israele.

“Il film è frutto di una minuziosa ricerca storica e documentale – ha dichiarato l’autore durante la conferenza stampa – e tutto quanto si vede rispecchia fedelmente i fatti, così come ci sono stati comunicati dalla Corte di Giustizia che ha indagato sull’assassinio e con la quale abbiamo interagito a più riprese. Molti mi chiedono se nel film si alluda ad una congiura contro Rabin che abbia coinvolto anche i servizi segreti e lo Stato, ma io non parlerei di congiura o di complotto perché quelli che hanno ucciso Rabin hanno sempre dichiarato alla luce del sole e a voce alta di volerlo fare, senza nascondersi”

Amos Gitai, figlio di un architetto del Bauhaus che era stato allievo di Kandinskij e che fu arrestato in Germania pochi mesi dopo l’avvento al potere di Hitler, ha raccontato di come suo padre amasse profondamente la sua terra al punto da preferire tornare in Israele piuttosto che restare a New York dove invece rimasero tutti i suoi colleghi. Il regista stesso ha combattuto durante la guerra del Kippur, il conflitto che nel 1973 oppose Israele ad una coalizione composta da Siria ed Egitto, ma ora spera che alcune recenti dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, attuale Primo Ministro e a quei tempi acerrimo nemico di Rabin, sull’inizio di una politica di pacificazione con la Palestina, trovino presto attuazione.

Tuttavia, Gitai non ha nascosto il suo scetticismo: “Quella della pace, per quanto mi riguarda, è sempre la speranza più forte. Ma è, per l’appunto, solo una speranza, al momento non suffragata da nessun fatto. Spero con tutto il mio cuore che questo processo possa essere avviato ma sono consapevole che, sia da un lato che dall’altro, ci sono delle forze estremiste che da sempre osteggiano questa pacificazione. Anche ai tempi di Rabin, quando l’allora Primo Ministro ordinò il ritiro dei soldati dai Territori, gli attentati palestinesi contro Israele aumentarono anziché, come sarebbe stato logico aspettarsi, diminuire. Insomma la questione, come sapete tutti, è molto complessa e le persone pacifiche sono ormai abbastanza stufe di ascoltare parole e dichiarazioni di intenti cui, puntualmente, non seguono i fatti”

Infine, a chi gli chiedeva quale fosse il reale seguito di Netanyahu in patria e su quanto reale consenso le sue politiche potessero contare, il regista ha risposto: “Netanyahu gode purtroppo di un forte seguito avendo vinto delle elezioni, numericamente molto partecipate, con una maggioranza piuttosto alta”

“Signor Gitai, ma c’è anche qualcuno che prova a protestare e a resistere?” “Noi abbiamo fatto questo film.”

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